Giovanni Truppi - Controcorrente
Annalisa Grassano | On 24, Ott 2013
Intervista a Giovanni Truppi, il cantastorie che accende.
di Annalisa Grassano
INTERVISTA A GIOVANNI TRUPPI
Giovanni Truppi nasce a Napoli nel 1981. Dopo il primo disco d’esordio “C’è un me dentro di me” nel 2009 , stupisce il pubblico con il suo ultimo album “Il mondo è come te lo metti in testa”.
Un moderno Jonathan Richman con una evidente influenza gaberiana, dietro la superficie ironica e dissacrante delle sue canzoni si nascondono una profonda sensibilità e un’ intima evoluzione. Arrangiamenti eleganti, testi surreali e innovativi, dietro l’apparente caos della parole e delle note impacciate si cela una profonda consapevolezza musicale e linguistica.
Giovanni è una buona novella in un’ epoca degradata e schizofrenica, il suo geniale esperimento artistico emoziona, incanta, va piacevolmente controcorrente.
Dal tuo esordio nel 2009 ad oggi quante cose sono cambiate?
Molte: è cambiato il mio modo di scrivere canzoni, è cambiata la band che le suona, è cambiata l’etichetta discografica che le vende, è cambiato il mio modo di cantare e per fortuna suono in giro più di allora.
A cosa serve una canzone? Come nasce?
Mi sembra che possa servire a tante cose: può accordarsi ad un tuo stato d’animo e farti compagnia, può indurtene un altro, può farti ballare, può farti riflettere su delle cose su cui non avevi mai riflettuto, può farti sentire meno solo o meno pazzo perché magari scopri che qualcun altro si è sentito esattamente come te, può farti intravedere Dio. Insomma serve a tutte quelle cose a cui servono gli incontri in generale.
Per quella che è la mia esperienza, può nascere in modi diversi; il più comune è che mi arriva un’idea (di misura variabile, spesso più di testo che di musica) a partire dalla quale costruisco la canzone. Più raramente mi succede di decidere fin dall’inizio di scrivere di qualcosa in particolare, ancora più raramente accade che le parole, la musica e praticamente quasi l’intera canzone mi arrivino tutti insieme già belli e fatti. (Lì è una vera pacchia.)
Una tua canzone dice “…il mondo è come io me lo metto in testa, un giorno sto nel mare e un altro nuoto in una vasca.
Un giorno dormo, un giorno mi ricordo, un giorno mi sveglio e un altro giorno sono sordo.” Oggi sei nel mare o nella vasca? Come è il tuo mondo?
Purtroppo o per fortuna (perché nel mare ci si può perdere molto facilmente) sono quasi sempre nella vasca. Qualche volta mi è capitato di credere di stare sul bagnasciuga, ma chissà se ci stavo veramente.
Riguardo il mio mondo, posso solo dirti che è mio. Tutto quello che si può dire di più, riesco a dirlo solo con le canzoni.
Giovanni Truppi – Il mondo è come te lo metti in testa – video courtesy of: Giovanni Truppi
“..c’è un me dentro di me che ne sa molto più di me”, quello che intendi è che c’è qualcosa di più profondo dentro l’uomo, una co-esistenza tra materialità e invisibile?
A dirti la verità sto ancora riflettendo su cosa voglia dire quella frase; è una di quelle idee che ho avuto la fortuna di vedermi arrivare così, mentre camminavo. Certo intendo quello che dici, solo non mi sono chiare la natura e le dimensioni di questa roba invisibile e profonda (e che in realtà non so se è immateriale) che portiamo dentro di noi.
Il vero valore della vita?
Sono un po’ sospettoso nei confronti dei valori in questo momento. Direi che il valore vero della vita è la vita, che comunque almeno per me è difficile capire bene cosa sia.
In cosa sei impegnato ora?
Tramo con alcuni amici per abbattere l’oligarchia di massoni rettiliani che governa le nostre vite. Non posso dirti di più perché come puoi immaginare quando hai di fronte un nemico così potente conta molto il fattore sorpresa.
Apparentemente sto scrivendo il mio prossimo disco.
Ringraziamo Giovanni Truppi e aspettiamo con eccitazione l’uscita del suo prossimo disco.(*)
*Ovviamente quest’ultima frase è solo un messaggio in codice per confermare la nostra partecipazione alla dura lotta contro i massoni rettiliani.
Submit a Comment