Time4life - 100 bambini ricominceranno a vivere
Redazione Art-Vibes | On 22, Dic 2014
Sylvie, mai più spaccapietre grazie a Time4life.
di Elisa Fangareggi
Sylvie è una piccola spaccapietre del Benin. Non conosce il gioco, non conosce riposo, non sa sorridere. O dorme, o spacca le pietre. Non esiste altro nella sua vita. Sto elaborando ora quello che ho visto, distese di bambini che per mangiare, devono rompere queste pietre dall’età di un anno. Sono persone. Sono esseri umani.
Qui non potresti trattare in quel modo una bestia da soma. In quel luogo cercavo con tutta me stessa di non fermarmi a pensare. Mi drogavo di cose da fare, le borsine, il riso. Non volevo fermarmi. “Alice respira e lavora!” urlavo nel vedere i suoi occhi che si riempivano di lacrime. Lo urlavo a lei per dirlo a me stessa. Non fermarsi, non pensare, avanti non fermatevi, non pensate a niente. Svuotate la testa e andate avanti.
Ci proviamo ma poi arriva il crollo. Alice si siede accanto a un bambino di un anno che a stento riesce a tenere il martello in mano, lo accarezza, lo stringe, gli pulisce il viso bianco di polvere. A quel punto mi rassegno.
Mi chino vicina a Sylvie, una bimba di sei anni, che nonostante la nostra presenza lì, non smette di lavorare, senza mai alzare lo sguardo. Maneggia abilmente le pietre. Una dopo l’altra diventano graniglia sotto le sue manine. Le schegge vanno negli occhi, le dita a volte si rompono, la polvere si respira.
Come è possibile che esista al mondo una realtà del genere?
Non sono riuscita a stringere le mie figlie, non sono riuscita a guardare in faccia nessuno, mi da fastidio tutto. Mi da fastidio il mondo. Mi sembra che mi faccia male l’aria che entra dentro ai miei polmoni. Cerco di evitare di parlare per non piangere davanti alle persone. Oggi sono stata a pranzo da mia suocera, ho tentato di mangiare mezza fetta di polpettone, poi ho usato la scusa del fuso orario, che non c’è, per andare a letto, e sono stata qualche ora in camera al buio.
Non capisco la vita. Non capisco il mondo. Non mi spiego troppe cose. La settimana in Benin è stata massacrante.
Bambini costretti a spaccare pietre per 10 ore al giorno.
Alice e Diego si sono rivelati straordinari, hanno lavorato giorno e notte senza fermarsi. Le borsine sono state distribuite in ospedale, ai bimbi spaccapietre, e ai sordomuti. Di notte dormivamo giusto qualche ora, mai più di tre, perché elaboravamo il progetto finale per cercare di togliere da lì qualche bambino. Il progetto che abbiamo strutturato è stato possibile grazie a Suor Leonie, e all’associazione beninese Regard Fraternel, da tempo radicata sul territorio.
Ci siamo impegnati a sostenere a distanza 100 bambini, che non romperanno più le pietre, ma andranno a scuola. L’intera cifra versata a noi per i sostegni andrà in Benin, senza alcuna trattenuta da parte della Fondazione. Con i soldi versati Regard Fraternel procurerà ai bimbi il materiale scolastico, e il cibo che riceveranno quotidianamente.
L’associazione beninese si impegnerà per quei bambini a garantire assistenza sanitaria, inoltre, inseriranno le mamme in un programma di riconversione del lavoro, provvedendo a far sperimentare loro diversi tipi di mestieri manuali, perché possano identificare quello che più si addice loro, perché possano piano piano rendersi economicamente indipendenti col sistema del microcredito.
Tutto questo avverrà con l’approvazione delle autorità locali, a cui abbiamo chiesto il benestare per non rischiare di ritrovarci osteggiati. Abbiamo elaborato il contratto in diverse lingue, e quando l’ho firmato, ero più emozionata di quando ho costituito la fondazione. I sostenitori che erano in lista di attesa, si sono dimostrati straordinari e pazienti. Cercavo di aggiornarli ogni giorno, ho condiviso con loro le mie paure, la mia stanchezza, la tensione, e devo dire che non ci hanno mai abbandonato.
Io Diego e Alice ci siamo sentiti supportati e compresi in ogni istante. Quando ho detto che avrei firmato per 100 bambini, si sono impegnati per cercare tra i loro amici e parenti persone che potessero partecipare al progetto.
Grazie a voi 100 bambini ricominceranno a vivere. Molti ci hanno chiesto con che criterio erano scelti i 100 bambini. Sembra assurdo, sembra non avere un senso, lo so, Regard Fraternel ha selezionato i più sfortunati tra gli spaccapietre.
Gli orfani, ecco perché quei nomi assurdi come Gennaio, Rock, Benvenuto, Grazia di Dio, Amore, i bambini in condizioni precarie di salute, ragazzine che rischiano di essere vendute.
Ringrazio tutti i sostenitori. Tutti dal primo all’ ultimo. Ringrazio tutti coloro che per Natale hanno regalato le borsine a questi bimbi, ringrazio tutti coloro che ci sono stati vicino. Se qualcuno di questi bambini diventerà un insegnante, un coltivatore, un fabbro e non spaccherà pietre, e i suoi figli non lo faranno sarà grazie a voi. Avete dato la vita a questi bimbi. Spero che vi rendiate conto dell’immensità del vostro gesto, di quanto vale.
Guardate Sylvie, guardatela ogni volta che ne avete bisogno, parlate di lei e di questi piccoli lavoratori instancabili. Pensate a lei prima di dormire, e sentitevi le persone più fortunate del mondo.
– Per maggiori informazioni
– Time4life website: time4life.it
– Facebook fanpage: time4lifeinternational
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